'Sirens Of The Caspian' di Sevdaliza è un'esplorazione inquietante e poetica della tentazione, del pericolo e della condizione umana. La canzone si apre con un monologo francese che si traduce nella storia di un uomo che cade da un edificio di cinquanta piani, ripetendo a se stesso: 'Fin qui tutto bene', mentre precipita. Questo pone le basi per il tema centrale della canzone: l'illusione della sicurezza e l'inevitabile incidente che segue. Il monologo si conclude ricordando toccante che 'l'importante non è la caduta, è l'atterraggio', sottolineando le conseguenze delle nostre azioni e il falso senso di sicurezza a cui spesso ci aggrappiamo.
Il testo poi si sposta sull'immagine di una sirena, una creatura mitica nota per attirare i marinai verso la loro rovina con la sua voce incantevole. Il 'ragazzo marinaio' della canzone è affascinato dal silenzio della sirena, un paradosso che suggerisce il potere del fascino inespresso. Nonostante la consapevolezza del pericolo ('Lo sa, lo sa, lo sa'), è attratto da lei, a simboleggiare la tendenza umana ad essere attratto da ciò che sappiamo essere dannoso. La ripetuta richiesta di 'stare lontano' sottolinea il conflitto interno tra desiderio e autoconservazione.
Il ritornello, con i suoi ripetuti 'Ehi, ehi' e riferimenti alla navigazione su una nave e al bacio della morte, evoca un senso di fatalismo e inevitabilità. La frase 'Siamo nati per ricreare una creatura peccatrice quindi' suggerisce una natura ciclica del comportamento umano, in cui siamo destinati a ripetere i nostri errori. La ripetizione di 'away' alla fine della canzone può essere vista come un tentativo disperato di sfuggire alle conseguenze delle nostre azioni, ma evidenzia anche l'inutilità di tali sforzi. La voce eterea di Sevdaliza e la melodia inquietante della canzone esaltano il senso di malinconia e introspezione, rendendo 'Sirens Of The Caspian' una profonda meditazione sul fascino del pericolo e della condizione umana.