Vampiro suicida

La canzone 'Suicide Vampire' dei Theatres des Vampires approfondisce i temi inquietanti e macabri della morte, dell'immortalità e del costo esistenziale della vita eterna. I testi sono ricchi di immagini e riferimenti gotici, a partire da un estratto da 'Dei Sepolcri' di Ugo Foscolo, che dà un tono cupo descrivendo un paesaggio desolato pieno di tombe e la presenza inquietante di un cane errante e di un gufo. Questa introduzione immerge immediatamente l'ascoltatore in un mondo in cui la morte è onnipresente e inquietante.

La frase latina ricorrente 'Ave verum corpus natum' si traduce in 'Ave, nato dal vero corpo', un verso di un inno eucaristico che venera il corpo di Cristo. Questo riferimento religioso giustappone il sacro al profano, poiché la canzone esplora il fascino oscuro del vampirismo e la promessa dell'immortalità. Il 'triste viaggio nella valle della morte' e 'nella mia mente' del protagonista suggerisce una profonda lotta interiore e una contemplazione del pesante prezzo della vita eterna. La ripetuta menzione di 'suicidio' e 'vampiro' sottolinea il paradosso della ricerca dell'immortalità attraverso la morte, evidenziando il dilemma esistenziale affrontato dal protagonista.



I testi toccano anche le implicazioni morali ed etiche dell'immortalità. Il protagonista si interroga sul costo di questa vita eterna, riflettendo sulle vite perse e sul sangue versato per ottenerla. Le righe 'L'immortalità comprata con altre vite' e 'Qual è il prezzo di questa vita?' riflettono un profondo senso di colpa e la consapevolezza che l’immortalità ha un costo umano significativo. La canzone alla fine descrive la scelta di diventare un vampiro come una forma di suicidio, una resa a un'esistenza oscura ed eterna che è allo stesso tempo affascinante e terrificante.